Racconti

Il Gigante Pasqualino

C’era una volta e c’è ancora il gigante Pasqualino, certo non è adatto alla sua stazza questo nome piccolino, ma non nasce dall’altezza ma dall’animo bambino.

Anche se un po’ burbero può sembrare, non bisogna farsi ingannare. Dal brillare dei suoi occhi, è chiaro anche agli sciocchi, che quell’anima che ci alberga è vasta come una foresta, grande quanto sette soli e miliardi di pomodori.

I suoi occhi son fatti di azzurro e, udite udite, quel bel colore lo spalma tutto, in largo e in lungo, su nel cielo come il burro.

Son pazzo?

Voi stolti non sapete, che quando al ciel mirate, son proprio i suoi occhi che guardate. Perché Pasqualino è un gran curiosone e sempre appeso al suo bastone lui vi osserva con attenzione. Lui vive proprio in fronte alla terra e ama la pace e odia la guerra. Quando l’acqua vi picchia la testa, son le sue lacrime che scappan dalla finestra: vanno via lungo le ciglia a bagnar tutta la terra.

Il gigante Pasqualino ama tanto camminare ed è per questo che dal bastone lui si fa spesso aiutare. Certo, ogni tanto stanco siede sul suo grossissimo sedere, che quando difetta la digestione diventa davvero un gran trombone: che al giornale chiaman temporale, ma son più i fagioli digeriti male. E datemi retta, che quando gli parte la saetta, lui a casa va in gran fretta.

Quando è a tavola poi non disdegna una braciola bella pregna, ma il taglio stanne certo dev’esser quello del lacerto. Finito lo spiedino si disseta col buon vino, in compagnia del vicino. Non che badi alla qualità, lo manda giù in quantità, in un sol sorso lungo il gozzo come fosse acqua di pozzo.

Col bastone e un sorso di vino il gigante Pasqualino cammina sin dal mattino. Vi dicevo che ha un gran cuore ed è anche un curiosone, ma in verità sbircia la terra per evitare che chi ama finisca per sbaglio in qualche guerra.

Lo so, vi state chiedendo, questo gigante è un gran portento col suo passo lento lento, ma il suo bastone saprà fare qualche cosa di particolare? Niente di speciale, ma non lo usa solo per camminare, ma anche per spostare quel che di brutto può capitare: lo solleva sulla testa, fa un solco sulla terra e così blocca la tempesta. Certo, non so se l’avete sentito starnutire, crea dei cicloni da impazzire, vento acqua e grandi tuoni, che spalancano i portoni.

Poi non fatelo arrabbiare che scaglia fulmini, saette e migliaia di polpette. Lui è un grande brontolone che non ama la contraddizione. E’ vecchietto Pasqualino il gigante un po’ bambino, alle volte sembra stanco e si stende lungo un fianco, ma su di lui puoi certo contare, è sempre pronto ad aiutare, ma se sgarri, il suo bastone, ti saprà dare una lezione.

Finita la giornata fila sotto le coperte e chiudendo gli occhi per la notte fa apparire tante stelle, appese al cielo come scintille che a contarle son più di mille. Le poggia in cielo ad una ad una, tutte attorno alla luna, e con la sua solita premura, dei sogni di tutti i bimbi si prende cura.


Dedicato a Nonno Pasquale

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Illustrazione di Marisa Bombaci