Aristogracchi, Chantal e il Sardo

Cos’è Aristogracchi? Cosa vorrà dire questo strano nome? Da dove nasce? Il dietro le quinte di un viaggio sognato in un appartamento di Dublino e che ha percorso i primi passi in un appartamento di Roma in via dei Gracchi 116.

Questa storia inizia con un incontro, come la maggior parte delle storie. Era il 2014, in un appartamento, al Jervis, Dublino, c’era un ragazzo che con suo cugino sperimentava la cottura degli hamburger nel tostapane. Intanto una siciliana proveniente da Roma, con un grande cappello giallo e una t-shirt bianca con la scritta Ciaone fatta con un uniposca nero, scopriva che la sua stanza singola era in realtà una doppia da condividere con una ragazza tedesca e nell’appartamento erano presenti due cugini sardi, “ragazzi tranquilli e puliti”, così le erano stati descritti da Brendan, il responsabile dell’agenzia. Immaginate la scena: la porta si apre, nel soggiorno uno stendino con magliette, calzini e altri indumenti, sul piano cottura uno strato di grasso che partiva da sotto un tostapane e sul tavolino un posacenere che straboccava di sigarette artigianali e residui di prodotti Philip Morris smentivano vari cartelli che, “rassegnati”, suggerivano di Non fumare. Non vi racconterò dei giorni a seguire in cui un carrello della spesa ha risalito le scale giungendo fin dentro all’appartamento e una romantica collezione di birre vuote, ricordava nostalgicamente un festino notturno, dei cui risvolti è meglio tacere.

Benvenuta in questa Dublino al carasau Chantal.

In tutto questo il Nostro Sardo, in realtà, ha avuto un ruolo marginale, anzi, ha svolto più un ruolo di supporto psicologico per la ragazza con la maglietta ciaone catapultata nel sottosopra. Tanto che, da subito, è nata un’amicizia che ha sancito il mercoledì come giornata sacra dei festeggiamenti. Nome in codice: mercoledì lontani dal mondo. Ispirato al famoso, ma che dico famoso, famosissimo racconto di Francesco Degortes presente in “L’astronave, altri racconti e la non storia. . .” Che poi ogni tanto i mercoledì potevano trasformarsi in domeniche, ma quello che contava era la regola: due, a far follie dal pomeriggio all’alba. 

Proprio in quei mercoledì hanno iniziato a creare i loro rituali e a sognare un van che girava per il mondo a raccontare storie personalizzate per gli avventori del foodtrack di specialità siculo/sarde.

Ci fu anche il pilot di una storia su misura, “I colori di Chantal”, regalo di compleanno per i 29 anni di Chantal.

Il 15 febbraio 2016 l’amicizia prima, i tira e molla poi, e i sogni sempre, si sono trasformati in un B&B nel cuore del quartiere Prati. 116 Aristogracchi.

Il nome era stato coniato da Chantal e le sue coinquiline per un progetto di recensione dei migliori locali di Roma, e forse non è stato un caso quello che è accaduto poi, la piega che hanno preso le cose e ciò che è diventato Aristogracchi. Nomen omen, diceva il commediografo romano Plauto, e quel nome era nato per uno scopo chiaro.

Niente van, ok, ma a scorrazzarli per il mondo c’erano gli ospiti provenienti da America, Messico, Germania, Spagna e Italia tutta. Curare i dettagli, rendere ogni colazione un momento unico, una carezza, raccontarsi attraverso i gesti, le attenzioni, la mise en place. Con ogni ospite si consumavano lunghi aperitivi in cui raccontarsi reciprocamente, gustare specialità regionali e condividere tante risate. Anche se imponderabili intoppi burocratici hanno reso l’esperienza molto breve, è stata utile per segnare la via da percorrere .

La passione culinaria di una Siciliana, unita alla voglia di raccontare di un Sardo, hanno fatto sì che mentre una porta si chiudeva se ne spalancasse subito un’altra.

Aristogracchi, infatti, era diventato anche un blog in cui parlare di quella nuova vita e soprattutto dei piatti cucinati o provati nei mercoledì Romani.

Un giorno, un messaggio arrivato sulla mail, mittente tale Sonia, pr romana, ( qui ringraziamenti in aeternum da parte dei sardo/siculi), invitava i nostri due a provare i piatti del nuovo menu di un ristorante di pesce. Da non crederci, Sardus(futuro)Pater e Sicula(futura)Mater invitati a scoprire e raccontare sull’Aristoblog un ristorante della capitale. È l’inizio di due anni incredibili. Cene con chef stellati, aperture di nuovi locali, eventi culinari nelle location più belle di Roma, cantine vitivinicole, arrivavano inviti da ogni parte, tanto da avere impegni a partire dalla colazione fino al dopocena, pranzo, merenda, aperitivo e cena compresi. Quasi ogni giorno un evento, una inaugurazione, tantissimi incontri, molti dei quali diventate vere amicizie. 

Sicuramente l’esperienza lavorativa di Chantal come digital marketing specialist per una catena alberghiera ha agevolato le cose, e l’unione con all’atavica passione per la scrittura del Sardo ha permesso di trovare un nuovo sbocco lavorativo nel mondo dei social media e della brand reputation.

In quegli anni, infatti, sono state avviate collaborazioni con agenzie che si occupavano della gestione dell’immagine di personaggi illustri in ambito politico, aziendale, medico e militare, coprendo il ruolo di social media manager e copywriter, e di web content creator per locali e imprese della capitale.

Tutto questo ha portato alla scoperta di nuove realtà, ad approfondire mondi ai due molto lontani come la medicina, mercati finanziari, la marina militare, ma anche cose decisamente più nelle loro corde come viticoltura, ristorazione, cucina, cultura e hobby. All’esperienza sul campo e alle fase documentaristica è stato necessariamente affiancato un percorso di studi per colmare lacune, approfondire aspetti importanti e tenersi sempre aggiornati, seguendo corsi di social media marketing, seo, storytelling, advertising, scrittura creativa e tanti specifici su Instagram. Percorso che continua tutt’ora.

Anche i mercoledì sono continuati, diventati a volte domeniche, ma sempre carichi della stessa razione di follia.

Agli albori del 2018, due lineette blu su un test di gravidanza, che, pur cercate, non erano attese così in fretta, hanno richiesto una scelta obbligatoria: dove far crescere quella che pensavano essere Chloe e invece si scoprirà Noah?

Con la solita programmazione che li ha sempre contraddistinti, a maggio, un camion carico di mobili viaggiava in direzione Pisa, città in cui abitava la sorella di Chantal e che insieme avevano visitato solo una volta, diretto verso una casa di cui avevano visto solo foto e video, mentre i nostri due si prendevano qualche settimana di ferie in Sicilia.

Il cambio di città e la nuova situazione famigliare comportarono una nuova ripartenza e la necessità di ripensare Aristogracchi. Non potendo più permettersi di passare troppo tempo fuori casa e comunque avendo un piccolo Noah sempre al loro fianco, più spesso addosso, hanno concordato che la strada migliore per non far morire l’Aristoblog fosse quella di intervistare le realtà più belle e curiose di Pisa e rispolverare ricette casalinghe. Intanto le collaborazioni social e di brand reputation continuavano e nasceva accanto un nuovo progetto con Marilà (Marisa Bombaci):

Ti disegno una storia, storie illustrate personalizzate.

Progetto interrotto, in questo caso colpevolmente, per la fretta di iniziare e una mancata pianificazione. Mai realmente abbandonato, ma messo in pausa per momenti migliori.

Qui c’è da aprire una parentesi sulle differenze caratteriali che abitano la parte sicula e quella sarda di Aristogracchi. Chantal è irrequieta, vuole tutto e subito, odia la lentezza, è puntualmente in anticipo sull’anticipo e patologicamente allergica alle situazioni ostative che cozzano con la sua complicata gestione dell’ansia. Francesco è un diesel, fastidiosamente pignolo e lento su alcuni aspetti, mentre su altri totalmente approssimativo e menefreghista (Chantal ci ha messo 6 anni a insegnargli l’importanza della puntualità. Al loro primo appuntamento è arrivato con due ore di ritardo). Pur essendo un inguaribile sognatore, il retaggio della sua timidezza lo porta a doversi sentire totalmente padrone delle situazioni prima di lanciarsi, salvo poi impazzire e tuffarsi nel vuoto senza paracadute. Unico punto di contatto l’assoluta assenza di equilibrio e l’impossibilità di vivere con i piedi poggiati a terra.

Provate a mettere questi due assieme 24 ore su 24 per 8 anni, con due bimbi e provate a immaginare il risultato: altro che Sandra e Raimondo.

In realtà un altro aspetto li accomuna, l’impossibilità di stare fermi a lungo in un posto: dopo due anni era arrivato il momento di salutare anche Pisa.

A rendere il passaggio da Pisa a Livorno ancora più avventuroso ci si è messa una pandemia con conseguente lockdown che li ha chiusi nella nuova casa, abitata da appena una settimana. Certo, se fosse successo nella casa di Pisa forse oggi non saremmo qua a raccontarlo. 

Da qui la vita ci ha preso un po’ alla sprovvista, (prendiamo in mano il racconto, grazie Quinder, chiaro e sincero come sempre) e mentre provavamo a capire cosa stesse accadendo abbiamo deciso che Noah meritava un fratellino, Ismael (il nostro babytempesta), cosa che però non ci ha aiutato molto nella comprensione, portandoci a mettere in stand by Aristogracchi e ripensare ancora una volta il nostro lavoro.

Abbiamo iniziato a parlare di famiglia e figli, la cosa che, non avendo nonni vicini o altro tipo di aiuto, ci assorbiva, e continua a farlo, totalmente. Il problema è che essendo due persone abbastanza riservate non siamo mai riusciti a mostrarci e raccontarci apertamente. C’era bisogno ancora una volta di inventarsi qualcosa, da qui nasce l’idea di una (news)letter che fosse un modo per portare le persone in viaggio dentro le nostre passioni, i nostri gusti, il nostro mondo: quel van ha preso mille forme.

Poi abbiamo rispolverato quel vecchio progetto lasciato in sospeso, anche se nel frattempo la nostra illustratrice (sorella/cognata) aveva preso altre strade, e restavano solo le parole.

Così “Ti disegno una storia” è diventato

…e il social media marketing si è pian piano trasformato in storytelling, copywriting e ghostwriting per aziende e privati. Non sapendo come occupare il tempo ci siamo anche sposati e abbiamo iniziato a coltivare il sogno di pubblicare degli albi illustrati con le tante storie scritte in questi anni, partendo magari da Noah e la sua amica balena.

Una nuova avventura insomma, l’ennesima, ancora con sede a Livorno, anche se già da un po’ ci sta stretta, ma con due figli al seguito tentiamo di dominare il nostro lato impulsivo e scomodo, ma chissà se riusciremo a farlo ancora per molto.

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Una famiglia sconclusionata di quattro, più una serie di pupazzi dotati di vita propria.
Un luogo pieno di parole, albi illustrati e nuove storie da raccontare.
Un mondo incredibilmente disorganizzato e impulsivo costellato di sogni mirabolanti.