Pitoni Messinesi
[morrison_hotel_column column=”one-half”]


[/morrison_hotel_column]
[morrison_hotel_column column=”one-half” last=”true”]
Fai una fontana con la farina, smettila di appiattirla e fare i buchi con le dita, risistema tutto e lascia solo un piccolo foro, che sarà la casetta del sale in modo che non vada a diretto contatto col lievito, non farti prendere dalla speculazione edilizia.
Bevi un sorso di birra perché tra poco avrai le mani impiastricciate, stando sempre attento a non sbagliare bicchiere, aggiungi piano piano l’acqua, il sale è già nella sua casetta, l’olio e lavora l’impasto finché diventa omogeneo.
Ecco hai fatto un disastro, ti avevo detto di versare l’acqua piano piano.
*riservata ai maschietti.
Smettila di fare il calco della tua mano e di tutti gli oggetti attorno a te.
*Per tutti
Metti a riposare in un recipiente capiente coperto con un panno per circa tre ore.
A questo punto l’impasto è pronto per essere steso.
[/morrison_hotel_column]
[morrison_hotel_column column=”one-half”]

[/morrison_hotel_column]
[morrison_hotel_column column=”one-half” last=”true”]
Preparazione dei pitoni:
Lava e asciuga la scarola, tagliala a pezzetti e condiscila con olio e sale.
Taglia a pezzettini la tuma, non mangiartela tutta, lasciane un po’ per farcire il pitone e fai a pezzetti anche le acciughe.
Dall’impasto ricava tante palline delle stesse dimensioni (circa 30 gr), qui ti autorizzo a giocare un po’, e stendi con il mattarello fino ad ottenere un disco di pasta dello spessore di circa 4 mm, circa non fare il pignolo, il metro puoi rimetterlo a posto.
Dividi ciascun disco a metà e farcisci solo una parte con un po’ di tuma, un po’ di scarola e qualche pezzetto di acciuga.
Copri la metà farcita con l’altra metà dell’impasto a mo’ di calzone e sigilla i bordi ripiegandoli su se stessi e incidendoli con una forchetta.
Continua così fino ad esaurimento degli ingredienti.
Friggi con abbondante olio di semi.
[/morrison_hotel_column]
Per finire, invita un paio di amici e prendi le birre dal frigo che quella che avevi aperto ormai è calda.
*Ichnusa, Anima Sarda.

