Ray era sdraiato sull’erba e guardando il cielo pensava che lui era come uno di quei raggi di sole che ora gli scaldava il viso.
Mentre guardava una buffa nuvola balena sentì un soffio di vento fresco che lo fece starnutire e pensò “magari ora alla nuvola balena viene il raffreddore e inizia a spruzzare acqua a più non posso come una fontana e mi bagna tutto: un raggio di sole fradicio e gocciolante. Fortuna che le nuvole balena non si prendono il raffreddore e i raggi di sole non si possono bagnare”.
Improvvisamente iniziò a sentire delle gocce d’acqua sul viso e un esercito di animali nuvola tappò il cielo, prendendosi tutti i raggi di sole.
Ray corse a ripararsi sotto il tetto di una casetta abbandonata.
“Perché mai avranno abbandonato questa piccola casetta? Sicuramente un tempo sarà stata molto carina, piena di mobili, giochi e voci di bambini. Chissà come si sentirà sola ora. Per fortuna la balena si è presa il raffreddore e lui è corso da lei a farle un po’ di compagnia”.
La casetta era così felice di avere compagnia che piangeva lacrime d’intonaco dalle pareti appena Ray la sfiorava o al passare del vento tra i buchi lasciati vuoti dalle porte e dalle finestre.
Ray riprese a guardare il cielo affollato di animali nuvola col raffreddore, protetto dalla casetta in lacrime d’intonaco, aspettando che i raggi di sole riuscissero a sgattaiolare via e ritrovare le sue guance ancora rosse, tranne dove si erano poggiate due goccioline d’acqua fresca.
Aspettando, aspettando, si fece sera e quando finalmente una folata di vento più forte si portò via tutti gli animali nuvola, e con loro tantissime lacrime intonaco, i raggi di sole erano scomparsi. Svaniti nel buio. Rapiti dalla notte.
Una scintilla solitaria luccicava come gli occhi di un bambino felice sopra quel mantello blu scuro e Ray si divertiva a eclissarla con i sassolini che ricoprivano il pavimento.
Poi arrivarono altre stelle e fu impossibile eclissarle tutte, anche lanciando manciate di sassi per aria.
Quando tutte le stelle presero il loro posto, arrivò anche una falce di luna vanitosa che stava tutto il tempo a specchiarsi dentro una pozza riempita d’acqua dagli animali nuvola.
Ray corse nel giardino lasciando spalancata la porta della casa abbandonata senza porte e finestre e prese le due funi di un’altalena che non sapeva dondolare e legandole a dei grossi sassi le lanciò verso la falce nel cielo.
Le funi fecero due giri attorno alla luna e Ray saltò sopra la Lunaltalena che aveva imparato a dondolare spinta dalla sua fantasia.
Ray, mentre lanciava le gambe avanti e indietro per darsi più spinta, con una mano girò l’ultima pagina del libro e con l’altra spense tutte le stelle per riprendere a sognare.