#aristogracchimangiacose #QuattroGattiAlLardo

Pinsa e Buoi… con gli amici tuoi

Ci siamo ricascati, anche questa volta ci abbiamo lasciato lo zampino.

I #quattrogattiallardo che alle volte sono sei, altre dieci, ma quattro mai, hanno decido di testare Pinsa e Buoi…

Formazione: Gli Aristogracchi, Qui la gatta ci cova con fidanzatoclaudio, Capocciara e Cavernicolo.

Il locale si trova a pochi metri dalla Basilica di San Giovanni ed è dotato di una veranda esterna ideale per le belle serate come quella di ieri e per un gruppo di amici che ha deciso di passare qualche ora spensierata “rimPINSAndosi” un po’. Che poi l’idea iniziale era proprio di una pinsata*, ma poi gironzolando nel menù e seguendo i consigli del simpatico Luciano [Calabrese di Vibo Valentia, informazione reperita dalla Capocciara al solo sentire la pronuncia della parola ‘Nduja], abbiamo optato per fare incetta di tutto quello che i nostri stomaci erano in grado di contenere (tranne quello del cavernicolo, che è ormai provato,  è dotato di un buco nero che ingloba senza soluzione di continuità pietanze, piatti, posate e tutto ciò che trova sul suo cammino).

Scherzi a parte è stata una bella serata condita da scontri e incontri cinematografici tra fidanzatoclaudio e chi si annoia guardando i film di Tarantino, chi odia Harry Potter, la solita guerra su Baricco e tante risate anche grazie ai due camerieri, disponibili, comprensivi e sempre pronti a una battuta e un sorriso. Un ambiente accogliente è sempre un ottimo biglietto da visita.

La Pinsa comunque l’abbiamo assaggiata, due volte, non si è mai troppo sicuri. A inizio e fine cena. [ Semintegrale con la farina di crusca, stracchino, crudo, pachino e rucola ]. Leggera, croccante al punto giusto e davvero saporita. Da provare ve lo assicuriamo.

Nel mezzo abbiamo gozzovigliato alacremente con un tris di fritti dalla panatura delicata e fragrante, un fagottino di pasta fillo ripieno di caponata alla siciliana, forse unico appunto della serata. Dall’aspetto non troppo invitante e il sapore che non accendeva le papille gustative con la caponata che non riusciva a prevalere sull’impasto.

Fortunatamente i primi hanno rimesso le cose al loro posto.

Tre profumate rivisitazioni della cucina romana

  • Tonnarelli Cacio e Pepe con pecorino D.O.P. e zucchine croccanti
  • Bombolotti alla Carbonara con tartufo e uova biologiche
  • Strozzapreti alla Gricia (acqua e farina), con pere, guanciale di Amatrice e ricotta ragusana

e dei Ravioli del Pinsa & Buoi con fonduta di formaggi e tartufo. Tutti ottimi, al dente e con i sapori ben bilanciati, anche se per noi Aristogracchi la cacio e pepe ha vinto.

Piacevole anche il vino che ha accompagnato la serata, un Umbria Rosso  – Arnoldo Caprai scelto dal Cavernicolo, nostro sommelier di fiducia.

Per il dolce abbiamo dovuto attendere venti minuti di filippica al secondo cameriere da parte della Capocciara che proprio non voleva convincersi che il semifreddo ai pistacchi di Bronte potesse soddisfare la sua ricerca di qualcosa di fresco. Alla fine ha ceduto e con lei tutti noi, è stato il finale perfetto.

Caffè, saluti e alla prossima.

 

*La Pinsa nasce prima della pizza da un’antica ricetta romana a base di soia, riso e frumento. Il suo nome deriva dal latino pinsere che vuole dire ‘stendere’. Di forma ovale è facilmente digeribile grazie ai lunghi tempi di lievitazione.

 

Via Carlo Felice, 51/53 -San Giovanni
00185 Roma
Tel. 06 77201760 – 339 527 2350
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