Paul camminava con una valigia di pensieri nella testa lungo le vie di una Dublino addobbata a festa. Le mani nelle tasche del cappotto e le spalle strette sul collo per ripararsi dall’aria gelida. La sua abitazione in Orwell Road distava ormai almeno un chilometro e le vie prese per allontanarsene non erano quelle che era solito calpestare.
La sera era arrivata pochi minuti dopo aver chiuso la porta alle sue spalle e ora, senza il sole, le ossa iniziavano a raffreddarsi velocemente. Vedendo la vetrina di una vecchia libreria decise che un giro tra i libri, per scaldarsi un po’, poteva essere una buona idea, mentre decideva che farne di quel finale di giornata.
– Serata fredda! Esclamò Paul, strofinandosi le mani con un sorriso cortese sulle labbra.
– E sì, Babbo Natale dovrà coprirsi bene questa notte! Alla sua età è meglio stare attenti ai colpi d’aria.
Il proprietario era un signore distinto, sugli ottanta, altezza media, leggermente fuori taglia, con una barba grigio bianca e occhiali da vista.
– Lui non avrebbe problemi, è abituato al freddo. Replicò mentre apriva un libro.
– Già… Un bel tè potrebbe aiutare: gradisce? Chiese il libraio dopo una breve pausa.
– Ah, la ringrazio. Ci vorrebbe proprio.
L’anziano signore tirò fuori da sotto la cassa un bollitore elettrico e due tazze di latta, e porse a Paul una scatola di legno con i vari infusi.
– Quale preferisce?
– Cannella va benissimo. Chiude presto quest’oggi?
– No, faccia pure con comodo. Oggi si lavora fino a tardi: aspettiamo i ritardatari come lei. Accompagnando le parole con un sorriso, mentre, dopo aver messo la bustina, versava l’acqua nelle tazze.
– Se posso essere sincero sono entrato perché avevo bisogno di scaldarmi un po’. Si gela là fuori.
– Bene, ha già fatto tutti i regali! Anche io odio fare le cose all’ultimo minuto.
– Nessun regalo quest’anno! Rispose estraendo una lettera strappata in decine di pezzi dalla tasca.
– Posso?
– Prego. Mio figlio Thomas l’ha strappata prima che la leggessi.
Il libraio prese i pezzi di carta ed iniziò a ricomporli sul bancone davanti a lui.
Paul, con la tazza tra le mani, riprese il suo girovagare tra gli scaffali soffiando sulla tisana fumante.
– Il canto di natale di Dickens! Questa edizione è vecchissima! Indicando il libro chiuso dentro una teca.
– Stiamo invecchiando assieme. È il primo libro che ho letto. Rispose il libraio senza alzare lo sguardo dalla lettera che iniziava a prendere forma.
– Mi piacerebbe una visita dello spirito del Natale del futuro. Pensò Paul a voce alta.
– Il futuro è in quello che scegli ora. è così che si scrive… Fatto!
– Allora magari dovrei scrivere una lettera a Babbo Natale. Paul pronunciò quelle parole girato di spalle mentre iniziava a leggere le prime righe di un libro.
– Mi scusi, devo scappare! – disse il libraio colto da un’improvvisa urgenza. – Potrebbe controllare il negozio finché non torno? Grazie!
– …?
Paul non ebbe neanche il tempo di voltarsi. Riuscì a vedere solo la sagoma dell’anziano signore oltrepassare la porta. Provò a corrergli dietro, ma una volta in strada lo perse di vista.
Rimase fermo per qualche secondo guardando a destra e a sinistra, poi decise di rientrare nella libreria.
Dopo una mezzora di attesa, passata a leggere Il Maestro e Margherita di Bulgakov, pensò che se fosse riuscito a trovare le chiavi avrebbe potuto chiudere e poi trovare un modo per farle riavere al proprietario.
Andò dietro la cassa e rovistò in tutti i cassetti. Niente. Notò che il vecchio aveva portato con sé la lettera, e forse anche le chiavi. Attese ancora un paio d’ore senza riuscire a decidere sul da farsi. Si erano fatte le 20 ormai e la babysitter era pagata solo fino alle 21. Doveva rientrare. Abbassò la serranda a metà e si diresse verso casa.
Thomas era a letto e non aveva nessuna intenzione di alzarsi, era ancora arrabbiato per la discussione del pomeriggio.
– Sofia potresti trattenerti un po’ di più?
– …ma veramente…
– Ti pagherò doppio.
– Non è per i soldi signor Paul. È la vigilia.
– Lo so. Capisco. Ma sarebbe molto importante per me e per Thomas.
– Uhm…
– Grazie! Grazie! E entrò dentro la stanza del figlio.
– Dai preparati, sono venuto per farmi perdonare. Basta pianti, basta musi lunghi, oggi è il giorno delle risate.
Il piccolo Thomas levò la testa fuori dalle coperte tentando di reggere la parte.
– Passiamo la vigilia tra i libri.
– Dove andiamo?
– Dai vestiti. Io e Sofia ti aspettiamo in soggiorno.
Portò tutti alla libreria. Sulla strada prese ‘in prestito’ qualche candela dalle finestre addobbate delle altre case e un po’ di scatole di cibo orientale da un take away. Del libraio ancora nessuna traccia.
Sollevò la serranda e una volta dentro gettò una coperta per terra. Senza accendere le luci posizionò le candele sugli scaffali attorno a loro e tra un boccone e l’altro iniziò a prendere i libri e leggendo a caso un pezzo da uno e uno dall’altro, creava storie bizzarre, tra le risate di Sofia e le aggiunte del piccolo Thomas.
Lettera di Natale
…Caro Babbo Natale vorrei tanto che il mio papà tornasse felice almeno per un giorno.
Thomas