Amore e dintorni

Oggi parliamo d’amore.

Perché si fa tanta confusione quando si parla d’amore? Perché per descriverlo si usano mille e altrettante parole senza mai trovarne la giusta definizione? Ma quanti amori esistono? No, non quante persone si possono amare, ma quanti tipi d’amore esistono? Cioè, quello che provi per il tuo cane, per tuo figlio, per il tuo compagno o compagna di vita, per i tuoi genitori, per la tua o il tuo migliore amico, per un artista sono sempre lo stesso amore?

Questo sarebbe il momento della risposta, ma non ce l’ho. Il fatto è che se si pensa con la testa, ognuna delle cose elencate sopra, sembra appartenere a mondi diversi, però se guardi più giù leggermente sulla sinistra ti rendi conto che è sempre lei, quella sensazione che fa scoppiare, che bagna gli occhi, che fa scorrere brividi, che alla sola idea di… non voglio pensarci.

Forse la differenza sta nei tempi, un figlio si immagina e spera che sia per sempre, un cane per 10/20 anni, un compagno/a il tempo che dura, un artista finché non ti stufi e così via. Quindi l’amore è un sentimento a tempo, nel senso che il tempo che immagini che amerai una cosa ne cambia le sue caratteristiche. Però è anche l’aspettativa a definirne i contorni. Su un figlio e un cane le aspettative sono praticamente zero, si amano: punto! Con i genitori le cose si complicano e se passiamo ai compagni di vita diventa davvero una babele. Loro si amano, certo, però è come se fosse più semplice dimenticarsene, perché quando hai aspettative è un attimo sentirsi feriti e magari quel sentimento si sgonfia e va via.

Forse stiamo andando fuori tema: quindi cos’è l’amore?

La felicità, anche quella è amore. Quando si è felici si ama tutto, la gente, il mondo, le cose. I sorrisi, anche loro, sono schegge di felicità e quindi, amore anche loro. Non poterne fare a meno si dice sia dipendenza e non amore. Sarebbe più corretto dire non volerne fare a meno, però si parla davvero di sottigliezze perché di certi amori non si vuole e non si può farne a meno.